PETER EDWARD BAKER
Nato a Londra nel 1939,morto a Canterbury 6 Ottobre 2019,soprannominato “Ginger” per via dei suoi capelli rossi.
Cresciuto orfano di padre,ucciso durante la seconda guerra mondiale, da piccolo sembrava destinato a diventare un ciclista di successo, appassionato delle corse su due ruote; crebbe con la mamma e il patrigno in semi povertà, rischiando di diventare un teppista, costantemente in strada con gli amici,manterrà, tuttavia, il suo temperamento al limite della violenza: intrattabile, manesco, sempre estremo.
A 15 anni comincia ad appassionarsi alla musica,in particolare al jazz,il suo primo strumento è la tromba,segue anche corsi di teoria e di solfeggio,poco dopo la sua attenzione si sposta sulla batteria,il suo primo ed unico insegnate è il batterista jazz Phil Seaman,musicista molto apprezzato in Inghilterra che sarà per Ginger un importante punto di riferimento e di ispirazione.
Baker dimostra da subito di avere un vero talento naturale, partendo dalla tecnica jazzistica del suo maestro,unisce la propria tecnica strumentale di forza e aggressività generata dall’indole ribelle che lo caratterizzava; e già a sedici anni partecipò al suo primo tour con una delle sue prime jazz band (genere che ha sempre preferito suonare rispetto al rock and roll).
Più o meno verso i vent’anni si interessa maggiormente al blues inglese dell’epoca,conosce e suona insieme ad Alexis Korner nel suo progetto musicale “Blues incorporated”, nella band militano anche il sassofonista e organista Graham Bond, il bassista Jack Bruce ed il sassofonista Dick Heckstall-Smith, musicisti che avrebbero giocato un ruolo fondamentale nella sua vita musicale. Baker, Bruce e Bond, fuoriusciti dal gruppo di Korner, nel 1963 formarono assieme a Heckstall-Smith la “Graham Bond Organization”, una formazione di jazz-blues che acquistò una grande reputazione fra gli appassionati del genere soprattutto per l’alto livello delle esecuzioni dal vivo.
Dopo pochi anni la storia di questa band si esaurisce,in quel periodo Ginger conosce John Mayall,grande musicista blues,e ne rimane affascinato tanto da voler creare un nuovo progetto musicale che si ispiri al sound di Mayall,così insieme al suo vecchio bassista Jack Bruce ed al chitarrista Eric Clapton nel 1966 nascono i “Cream” (“Cazzo se eravamo bravi,per questo abbiamo scelto il nome Cream”); in breve diventano un fenomeno musicale e culturale che scalò le classifiche; le loro esibizioni diedero modo a Ginger di esibirsi in lunghi assolo e diventare un modello per moltissimi batteristi di diverse generazioni.
La formazione sarebbe stata sulle scene per poco più di due anni. Bastarono però per entrare nella storia. Dopo il debutto con “Fresh Cream”, nel dicembre 1966, arriva uno degli album fondamentali della musica mondiale, “Disraeli Gears”del 1967 che contiene pezzi conosciuti in tutto il mondo come “Strange Brew” e “Sunshine of Your Love”,fu l’album che sconvolse gli Stati Uniti, sempre protettivi e immersi a capofitto nella produzione autoctona. Una cosa impensabile fino a poco tempo prima: un gruppo britannico che rivende agli americani il blues che loro avevano inventato ma che ora aveva un suono completamente diverso, stravolto. Infine, ci fu “Wheels of Fire”: tre dischi in tre anni, oltre 15 milioni di copie vendute in 36 mesi;per citare qualche pezzo: “WhiteRoom”, dall’introduzione in cinque quarti e l’uso dei timpani sinfonici; “I FeelFree”, con le sue interessanti aperture di hi hat; “Toad”, con un lungo assolo in cui Baker, su un tappeto di colpi singoli suonati sulla doppia cassa, fa fluire con le mani un torrente di lunghe frasi che generano grande tensione, combinando accenti jazzistici in stile be-bop, poliritmie di sapore africano e fragorose rullate sui piatti.
I Cream non potevano durare a lungo a causa delle tre personalità estremamente spiccate che spesso avevano difficoltà a convivere.L’esperienza successiva di Ginger Baker fu con il supergruppo dei “Blind Faith”, che annoverava anche Eric Clapton, Rick Grech e Steve Winwood. L’avventura durò solo sette mesi, e dai cocci del supergruppo sorse la “Ginger Baker’s Air Force”, una formazione di dieci elementi che mescolava blues, jazz, rock e musica etnica africana,di questo progetto fece parte anche Phil Seaman,il vecchio insegnate di Ginger; anche questa esperienza non durò più di un anno.
Baker era incuriosito dai suoni essenziali del blues dell’ Africa e partì per la Nigeria dove incontrò Fela Kuti, uno dei massimi artisti nigeriani con cui collaborerà per molti anni, e Paul McCartney, che a Lagos stava lavorando al nuovo disco dei Wings,”Band on the Run”. Durante la prima metà degli anni ottanta ebbe un periodo di stacco e si rifugiò in una fattoria italiana,vicino al paese di Larciano (Pistoia),si esibì al Pistoia Blues Festival del 1984. Tornò poi a incidere assieme a musicisti inglesi, americani ed africani,da segnalare una sua collaborazione ad un disco degli “Hawkwind”.
Negli anni novanta sono da segnalare due ottimi progetti di cui Ginger è stato anche co-autore:nel 1994 l’album ”Going Back Home”, affiancato dal bassista Charlie Haden e dal chitarrista Bill Frisell; e successivamente, con il gruppo BBM, assieme al chitarrista Gary Moore volle ripercorrere i territori musicali che trent’anni prima erano stati battuti dai Cream. Trasferitosi negli Stati Uniti a metà degli anni novanta, si unì al trombettista Ron Miles; insieme a lui nel 1997 registrò “Coward of the Country”
Nel 2005 dopo molti anni di continue pressioni da parte di fan e stampa si esibì alla Royal Albert Hall in una serie di concerti con Bruce e Clapton per una storica reunion dei Cream (All’ennesima richiesta di rimettere in sesto la ‘sua’ band, aveva semplicemente detto: “No, grazie. Non voglio distruggermi di nuovo il fegato”);nonostante la sua grande popolarità ed i molti progetti musicali a cui ha partecipato,è stato costretto a suonare fin quasi alla fine della sua vita,poiché negli ultimi anni viveva in cattive condizioni economiche;nel 2012 viene pubblicato un documentario sulla sua vita “Beware of Mr. Baker”,oltre ad una autobiografia “Ginger Baker:Hellraiser”;nel 2016 per gravi problemi al cuore Ginger fu costretto ad annullare tutti i suoi impegni;muore in ospedale il 6 Ottobre 2019 all’età di 80 anni.
STILE: GingerBaker era un paradosso: un batterista rock rivoluzionario che insisteva a dire che non aveva mai suonato rock, un precursore dell’heavy metal che non sopportava il genere, un londinese capace di assimilare alla perfezione i ritmi delle percussioni africane. Ha sempre dichiarato di preferire “suonare il jazz piuttosto che il rock’n’roll”, tenacemente lontano dalle dinamiche imposte dai meccanismi della promozione musicale. Vero outsider, ripeteva spesso che per lui la musica era qualcosa di immediato, che la composizione di un disco gli richiedeva non più di due settimane e che il music business era qualcosa di alieno.
E’ stato un batterista capace di spaziare su generi musicali diversissimi ed anche molto lontani fra loro,le sue caratteristiche fondamentali sono la capacità di spaziare tra culture musicali così distanti e la sua straordinaria tecnica di improvvisazione sullo strumento;grazie al suo gusto musicale fuori dal comune era in grado di trovare sempre il sound giusto in pochissimo tempo.
KIT: Ludwig classic kit silver sparkle (2 tom 2 timpani) DW collector series;piatti Zildjan serie Avedis e serie K,splash da 8-10-12,crash da 16-18,hit hat da 13-14,china da 18,ride da 22(con rivetti);rullante Ludwig Supraphonic
LINK: Cream Toad drum solo live 1968 https://www.youtube.com/watch?v=EvtaE_QNM2k
White room live 1968 https://www.youtube.com/watch?v=sXjeXEI7KHk
Art Blakey & Ginger Baker Drum Duo https://www.youtube.com/watch?v=qghrsBfSbgk
Sunshine of your love https://www.youtube.com/watch?v=zt51rITH3EA&t=147s
Blind Faith “Dowhat you like” https://www.youtube.com/watch?v=mRG1HWRIDW0
Fela Kuti “Let’s start” https://www.youtube.com/watch?v=0zWRjgathjA
Ginger Baker’s air force “Aiko Biaye” https://www.youtube.com/watch?v=-13fFJI7MnM
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